Il Principe cinquecentesco

Il costo politico delle riforme costituzionali è stato alto, la maggioranza è indebolita in Parlamento, le comunali 2016 preoccupano, Renzi  reagisce ma ha cambiato registro. Da un lato ha rilanciato strumenti del consenso (finanziaria a debito, concessioni stile 80 euro) dall’altro ha rallentato sulle riforme, scaricando varie responsabilità sull’Europa, dalla crisi delle piccole banche ai migranti.
In questo clima, la pressione sulla Valle d’Aosta sembra diminuita. Come annunciato dall’accordo di luglio tra il presidente Rollandin e il ministro dell’economia Padoan, arrivano i primi 50 milioni di euro relativi all’accisa passata, e sono in vista altri segnali positivi.

Si tratta di una boccata di ossigeno non solo economica ma anche politica per il governo regionale e il suo presidente, che pure hanno di fronte varie matasse da sbrogliare, dal Casinò alla sentenza sui rifiuti, alla gestione speciale di Finaosta. Pur temporaneo, è un clima sufficiente a rafforzare il governo, a ridurre l’urgenza delle riforme, a ritardare l’ulteriore allargamento della maggioranza, a continuar a far nomine come in passato, per esempio nell’APS aostana. Facilita il ritorno al Principe Solitario, che dopo la finanziaria si sente più sicuro, com’è avvenuto nel caso dei nuovi 20 milioni di prestito al Casinò.

Eppure i problemi di fondo rimangono. La Valle rimane poco competitiva: la stessa Lavazza che lascia la Valle si prepara ad investire 100 milioni di euro in uno stabilimento a Torino. Il dibattito sulle infrastrutture è disturbato da cortine fumogene e teatrini, ma riguarda il tema economico dell’accessibilità e della mobilità interna. La macchina amministrativa continua a perdere colpi, dalla sanità all’agricoltura.

Almeno in questa settimana natalizia, dovremmo allora sperare in un principe illuminato, che guardi non soltanto al galleggiamento, ma al medio termine, sui trasporti, sulla fiscalità, sull’educazione, sulla semplificazione.  Dovremmo sperare in uno sforzo di lungimiranza, perché il mondo va avanti. La COP21 avrà effetti sulla Valle dei prossimi quindici anni, gli investimenti tecnologici cambieranno nuovamente il modo di produrre e consumare, la popolazione si sposterà ancora.

Difficile però essere ottimisti, persino in questi giorni di festa: l’immagine dominante è quella del principe cinquecentesco circondato da pochi duchi in vociante ritardo, in attesa che arrivi lo spagnuolo.

Gazzetta Matin, 21 dicembre 2015

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