(17 marzo 2020)
In Francia, il fine settimana è stato un rito di passaggio: prime restrizioni, chiusura degli esercizi commerciali, degli impianti di sci, dei teatri. Domenica si è votato per il primo turno delle elezioni comunali, mentre ulteriori misure venivano adottate, limitando il numero dei treni a lunga percorrenza, richiamando i funzionari a prendere i loro strumenti di lavoro per continuare da casa il lunedì, lasciando aperti solo i negozi di generi alimentari, le farmacie, i negozi per animali. Lunedì mattina correvano ancora le polemiche sulle elezioni comunale e fake news, mentre Jean Rottner, il presidente della Regione del Grand Est che è anche un medico urgentista, prendeva atto della saturazione dell’ospedale di Mulhouse e chiedeva aiuto a Parigi, con mezzi e soluzioni.
Il campo ospedaliero militare da allestire a Mulhouse che è stato annunciato da Macron, ieri sera alle 20, in un discorso a reti unificate, ha dato il senso della gravità della situazione. Ha fatto da pilastro a misure drastiche assai difficili da proporre in Francia, analoghe a quelle applicate a Wuhan e in Italia.
Il discorso ha utilizzato i tasti della sensibilità nazionale francese, come è avvenuto per quella italiana, per l’unità, la solidarietà, l’impegno individuale come fattore dell’impegno collettivo. La storia è in parte diversa, e quindi ha evocato anche l’idea della guerra contro il virus, che genera di per sé in Francia il senso dello sforzo collettivo. Ha chiesto pazienza e saggezza, in un clima sociale e culturale in alcuni ambiti più instabile di quello italiano.
Ha inquadrato la narrativa nei fatti, ha rimproverato i comportamenti della domenica, con le passeggiate lungo la Senna, come siamo stati richiamati noi, all’epoca dell’adozione delle analoghe misure, per gli aperitivi sui Navigli e le code a sciare. L’ha incardinata in Europa, come fa in ogni discorso, in questo caso annunciando la decisione comune di chiudere le frontiere dell’Unione e dello spazio Schengen.
Ha elencato le misure che saranno dettagliate dal governo di Edouard Philippe, ha spiegato che il secondo turno delle elezioni comunali è rimandato, che tutto cambierà, che le riforme sono rimandate, compresa quella delle pensioni. Ci sono 300 miliardi di garanzia per le imprese, è pronto un pacchetto di misure che sarà varato nei prossimi giorni per le piccole imprese, i professionisti le famiglie. E’ il nostro stesso schema, anche se alcuni mezzi potranno essere diversi.
Il discorso, in Francia, ha fatto percepire con chiarezza il punto di svolta, come è stato per noi. Si sta a casa, anche in Francia.
Si guarderanno i numeri crescere, in uno sforzo collettivo per contenerli, e per farli scendere.
Non c’è altra soluzione per il momento, in tutta Europa.
(Start Magazine, 17 marzo 2020)