Apre il cantiere liberaldemocratico

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Il percorso che si apre il 19 marzo a Roma va preso sul serio, portato all’attenzione del più ampio numero di persone, anche in Piemonte e a Torino: la costituzione in Italia di un’area di stampo europeo, che pone il suo riferimento in Alde.

Questo sabato, 19 marzo, a Roma proviamo a dare un po’ di forza all’area liberaldemocratica. In questa confusione nazionale e torinese, sembra una faccenda da cerchia ristretta, per poche persone che si interessano di politica e di partiti. Invece è una questione seria, che riguarda tutti. Da anni in Italia, le persone e le famiglie sono alla ricerca di una soluzione, di una strada per migliorare, per uscire da una situazione che pare bloccata, dalle tinte grigie e minacciose. All’avvio degli ultimi tre governi, di Mario Monti, di Enrico Letta e di Matteo Renzi, gli italiani hanno manifestato ogni volta speranza, tirato un sospiro di sollievo, creduto nella possibilità di risollevarsi. Invece, dopo i primi di slanci, nei tre casi si è registrata una ripresa delle resistenze alle riforme e al cambiamento. L’azione dei tre governi è stata ostacolata, sono state mescolate carte e decreti attuativi, gettando acqua fredda sulle possibilità di cambiamento e quindi sulla fiducia. Renzi persiste e contrattacca, lavora sul consenso in parallelo alle riforme, ma certo non ha vita facile.

Per questo il percorso che si apre il 19 marzo a Roma va preso sul serio, portato all’attenzione del più ampio numero di persone, anche in Piemonte e anche a Torino, e rispettato come un tentativo nella giusta direzione. La costituzione in Italia di un’area liberaldemocratica di stampo europeo, che pone il suo riferimento in Alde (Alleanza dei liberali e democratici europei), ha tradizioni nobili e solide nella storia repubblicana e post-unitaria, e serve proprio per offrire una base politica più larga alle riforme che occorrono al Paese, a livello nazionale e locale. Il cosiddetto renzismo non può essere lasciato solo a condurre questa battaglia. Bisogna ricostituire una presenza stabile che manca nella politica e che invece è presente nella società, capace di speranza ad ogni ripresa delle riforme. E’ un pezzo di Paese che prova comunque – e senza la politica – a migliorare e a innovare nel proprio lavoro, a copiare da altre esperienze internazionali, a inventare nell’industria, nel sociale, anche scegliendo modi di vita e consumi più moderni.

Politicamente, è un pezzo di Paese che in gran parte non va a votare, o che ha firmato il manifesto di fermare il declino, che si è ritrovato sotto le bandiere di Italia Futura di Montezemolo, che si esprime nel cattolicesimo liberale e democratico attivo in fondazioni e iniziative, che si è riunito con Monti, che ancora ha una pattuglia di parlamentari nell’attuale Scelta Civica. Alcuni sono sparsi altrove, vuoi insoddisfatti o incerti nel PD, altri a protestare con o senza Grillo ma dubbiosi dei salti nel buio, oppure da soli a casa, o in varie think tank e associazioni. Se ha aperto gli occhi e avuto la forza di lasciare, nessuno si trova coinvolto nell’attuale destra-destra che registriamo anche a Torino così antieuropea, così nemica del mercato libero e della società aperta.

Certo il 19 marzo non inizia una passeggiata. Il cantiere si avvia unendo due elementi: la forma organizzativa di partito che a Torino conosciamo con la riuscita ed efficace esperienza dei Moderati di Giacomo Portas da collegare ai contenuti, all’attività politica e al radicamento nazionale dell’attuale Scelta Civica. E’ una prima base, e il resto è ancora da costruire, con modelli europei però istruttivi e vincenti. Le obiezioni sono facili, ma anche facili da liquidare: trovate voi un’altra strada, all’area liberaldemocratica occorre oggi una forma partito e un’organizzazione su cui collocare le battaglie sulle riforme, dalle liberalizzazioni alle misure per la competitività e il lavoro. Da qualche parte bisogna continuare le esperienze già avviate verso un’area liberaldemocratica, migliorarle e consolidarle, riprendersi a ogni incertezza, accettare gli errori e continuare a crescere. E ogni progresso è utile.

È un cantiere che nei prossimi mesi cercherà di portare le riforme, in forma civica, di cittadinanza attiva e responsabile, anche nelle città grandi e piccole proprio dove spesso insorgono le resistenze all’innovazione e al cambiamento. A Roma, il 19 marzo, con Scelta Civica, con i Moderati, con Ali e altre associazioni, anche da Torino e dal Piemonte un bel gruppo di cittadini per l’Italia ci prova, con il buonsenso e l’umiltà che occorre per un progetto tutto da fare, ma anche con la determinazione che è necessaria.

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