Come il MoDem di François Bayrou prepara le truppe alle elezioni presidenziali del 2022

Ogni anno, dopo la pausa estiva, i partiti francesi organizzano con i propri rappresentanti eletti degli incontri che mescolano dibattito politico e formazione. Sono noti come “Università estive” o di ritorno a lavoro (“Université d’été” o “de rentrée”). Abbiamo assistito a quelle del MoDem (Mouvement démocratique) di François Bayrou, che si è tenuta a Guidel-Plage, vicino a Lorient, nella Bretagna meridionale, da venerdì pomeriggio 24 settembre a domenica 26 settembre.

Una parte interessante, quella che più si discosta dall’Italia, non è politica. Il MoDem e François Bayrou stanno cercando di costruire un partito di centro, o una federazione di forze di centro, che sostenga Emmanuel Macron nella prossima campagna presidenziale. Ne ha parlato dunque a Guidel lo stesso Bayrou venerdì pomeriggio davanti a circa 250 eletti locali e nazionali, e il primo ministro Jean Castex, assieme a vari esponenti LREM, gli ha risposto come invitato, nelle sessioni di domenica. Si vedrà e se ne riparlerà al “Campus En Marche” che si terrà ad Avignone, il 2 e 3 ottobre.

Tuttavia, per la maggior parte dei circa settecento partecipanti che sono passati da Guidel, l’occasione autunnale è in gran parte focalizzata sulla vita di relazione e sull’apprendimento. Va detto che la formazione dei rappresentanti eletti a livello locale e regionale è prevista dalla legge sin dal 1992, è obbligatoria per il primo anno di mandato e volontaria e finanziata per gli anni successivi. Una riforma è intervenuta nel 2021, anche per rendere più competitiva l’offerta e semplificare alcune procedure. Sono servizi proposti da soggetti abilitati, come la Cassa depositi e prestiti francese, oppure dalle fondazioni che svolgono formazione per i partiti ma sono da questi indipendenti. Così, per capirsi, almeno una parte dei costi di viaggio fino a Guidel (nella vicina Lorient arriva il TGV) sono previsti per partecipare ai corsi e consentono quindi di assistere anche agli eventi collettivi e politici.

La scelta dei luoghi è importante: in questo caso, un villaggio vacanze, fuori stagione, sulla costa bretone, abbastanza lontano dalla città per salvaguardare la logica da ritiro di squadra. Alcune cose sono mutuate dagli staff building aziendali: jogging mattutino, caffè collettivo o aperitivo serale con musica di accompagnamento per parlarsi e discutere, accoglienza con le galettes bretonnes per distendersi. Il clima è sobrio, con schema simile a quelli che si vedono in Germania o nei Paesi Bassi per simili incontri, tra pubbliche amministrazioni oppure nei partiti.

L’attività di rete, simile alle esperienze aziendali, consente relazioni oltre i gruppi esistenti: il consigliere di un comune da 3000 abitanti parla con il senatore o il parlamentare europeo di un progetto o di un’azione politica. Anche in Italia esiste questo funzionamento a rete e di relazioni interpersonali, qui è strutturato e favorito. Viene ora integrato dal digitale: sulla scia di quanto avviene nell’amministrazione pubblica francese (che ha piattaforme interne di chat e collaborazione, progettazione e videocall, come ha raccontato Start), il MoDem ha presentato all’Université de rentrée di Guidel la propria piattaforma di community che si chiama “Cité démocrate”,  con chat, dibattito in gruppi, accesso a documenti.

La parte di formazione e conoscenza si appoggia poi su tre strumenti. Il primo è quello della formazione obbligatoria e volontaria, organizzata dall’Ifed (Institut de formation des élus démocrates), presieduta peraltro dal tesoriere del partito. A Guidel, l’Ifed ha assicurato 14 ore di formazione per eletto su 28 sessioni, che sono riconducibili a tre temi. Il primo, classico, li aiuta comunicare: un attore e sceneggiatore ha insegnato a gestire il respiro, le pause, il tono della voce, un regista ad azzeccare, anche tecnicamente, una intervista video, un esperto digitale ad essere ragionevolmente e autorevolmente presente sui social. Il secondo strumento è tra la psicologia e la psicologia sociale: si va dalla gestione del proprio tempo tra politica, attività professionale e vita privata e famigliare (visto che la politica porta notoriamente discreti problemi in casa), ma anche a gestire la motivazione, che può patire della routine o diventare sofferente rispetto a un progetto politico originario per le frustrazioni nell’attuazione. Infine, vengono affrontate le più gravi e recenti questioni – molto evidenti in Francia, con i gilet gialli e una generale crisi di partecipazione – di perdita di autorità da parte degli eletti locali. Il ministero degli interni aveva contato 1300 aggressioni contro eletti locali nel 2020, con 500 sindaci e consiglieri oggetto di violenze private, 68 abitazioni e 63 automobili colpite di atti vandalici. Ci sono state sessioni su come gestire o reagire a un’aggressione (anche il ministero organizza formazioni analoghe) mentre dal punto di vista giuridico e tecnico vi sono state due sessioni sugli strumenti di protezione, prevenzione e di sanzionamento. La formazione ha poi avuto le più classiche sessioni che conosciamo anche in Italia sulle varie policies, qui focalizzate sulle legislazioni in preparazione (la cosiddetta legge “3D”), sui rapporti tra livelli comunali, sovracomunali e regionali, sulle leggi di bilancio, sulle transizioni climatica e digitale.

Poi, al di fuori della formazione obbligatoria e volontaria, e sempre sui temi della conoscenza, a Guidel si poteva partecipare un bel numero di laboratori da un’ora circa, per portare il rappresentante locale “sul pezzo”, come occasioni di aggiornamento. Con le competenze di eletti impegnati su specifiche leggi o politiche, ci sono stati dei laboratori, ad esempio, sull’handicap, sull’antartico e l’artico, sullo spazio, sullo sviluppo rurale, sulla responsabilità sociale delle imprese, oppure gli incontri del PDE (il partito democratico europeo a cui appartiene il MoDem) su Brexit, fondi europei, autonomia strategica e difesa, zone critiche, Ungheria compresa. Sui nuovi temi elaborazione, ci sono stati incontri animati dalla think tank del partito e da “Université 133” (che è anche l’indirizzo della sede parigina del partito, un gioco di parole), sul cambiamento climatico e sviluppo sostenibile (cioè su temi anche locali con riflessi su energia e territorio), sulla laicità (quindi sulle politiche di sicurezza interna e sulla gestione del tema religioso), sulle proposte del partito in ambito europeo (giovani, sviluppo ecc.) Sono argomenti sui cui si dovrà essere capaci di rispondere ai media e alle persone che si incontrano, in ogni località, durante la prossima campagna delle presidenziali.

in Start Magazine 26 settembre 2021

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