La politica in piccionaia

Non ha l’aria di un ritorno all’ovile, non per il momento almeno. L’UVP vuole procedere nella sua forma partito e insieme rafforzare una propria posizione e visione della Valle. Vuole incidere concretamente e non spolmonarsi inutilmente all’opposizione. Per forze di natura governativa è una situazione difficile. E’ dura da sopportare anche per i giornalisti appesi nella piccionaia dell’aula del Consiglio regionale, che ne sentono di tutti i colori. I grandi temi della politica e delle trasformazioni in corso passano fuori dal Palazzo, arrivano da Roma e da Bruxelles. L’agenda politica regionale si riempie invece di faccende importanti e simboliche – come il raddoppio del Tor – che sono però sintomi e non fatti strutturali. Sono cortine fumogene, che nascondono il grosso della trippa.

Ogni tanto, abbiamo segnali di buon senso, come quando Chatrian chiedeva se per utilizzare l’infrastruttura da trenta milioni della banda larga di Internet ci sarebbe stata una tariffa d’uso e la concorrenza: tema centrato e di sostanza, a guardare come annuiva il Presidente. Sono appunto solo segnali, mentre langue l’agenda con riforma dello Statuto e del bilancio, ripensamento del modello economico, preparazione ai grandi cambiamenti che arrivano dall’esterno: debito italiano (esagerato), ambiente (urgenza globale), sicurezza (e instabilità), lavoro (che manca, perché fatica l’impresa malgrado la BCE).

Favorire la confusione aiuta a nascondere l’agenda. In questo quadro difficile bisogna allora avere comprensione per chi non ci sta, pone pregiudiziali, e non crede alcun avvicinamento possibile. Il ragionamento sulla pregiudiziale sulle persone non è poi del tutto infondato, perché in senso del cambiamento passa attraverso i singoli (nella Valle ma anche in Consiglio Valle) più che attraverso i partiti. Le persone con le idee un po’ più chiare e con più netto orientamento sono abbastanza riconoscibili. I partiti, da ALPE a UV, sono spaccati al loro interno su questo punto, o comunque stanno facendo un proprio percorso.

Per fortuna, poi, non c’è la sola politica. Simbolicamente, giovedì scorso, all’ultimo piano nel nuovo coworking all’ingresso di Aosta la luce era accesa alle 11 di sera, e qualcuno stava lavorando. Una cosa che non è isolata, e che scalda il cuore. Fuori dalla politica, nella Valle e nella società ci sono persone con forza e voglia di fare, come fu decenni fa, per coloro che passavano la loro” “vita sempre di corsa”.

Enrico Martial

(Gazzetta Matin, 14 marzo 2016)

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