Il Belgio dice addio al nucleare.
Il progetto di legge belga sulla chiusura delle sue sette centrali nucleari al 2025 è stato inviato al Consiglio di Stato, prima del passaggio parlamentare. L’atto, annunciato il 23 dicembre dal primo ministro Alexandre De Croo, è frutto di un accordo politico raggiunto nella notte del 21 dicembre, dopo una trattativa durata settimane. La decisione era stata presa nel 2003, con una legge che fissava la loro durata di esercizio in 40 anni, ma una revisione legislativa nel 2015 aveva prorogato a 50 anni lo spegnimento di due centrali, Doel 1 e 2 (433 Mwp ciascuna) che scadevano in quello stesso anno. Il problema stava allora, e in parte anche oggi, nella sicurezza dell’approvvigionamento energetico.
Nell’energia elettrica, il peso del nucleare in Belgio è indicato intorno al 40% del mix, con punte, come nel febbraio 2021, secondo l’operatore di rete Elia, del 54,5%.
Lo spegnimento comporterà lo sviluppo di centrali a gas, tra cui quelle nuove di Awirs (vicino a Liegi) e di Vilvorde (Brabante fiammingo appena a nord di Bruxelles), intorno agli 800 MW di potenza ciascuna. Tuttavia, la ministra regionale fiamminga dell’ambiente, Zuhal Demir (del partito N-VA), nel novembre scorso aveva negato il permesso di costruzione per Vilvorde a Engie, a conclusione di una gara, in particolare per le emissioni di azoto. D’altra parte, per la centrale a gas di Wondelgem, vicino a Gand, è previsto un permesso condizionato alla neutralità in CO2 da raggiungere entro il 2040, in particolare con idrogeno verde e biometano.
La coalizione federale dei sette partiti ha comunque stabilito di mantenere la data di spegnimento al 2015 con alcuni compromessi, in parte promossi dal partito liberale vallone del Mouvement réformateur.
Infatti, oltre alla soluzione di breve termine con le centrali a gas, ci sarà un tentativo di sviluppare i piccoli reattori nucleari (SMR, Small Modular Reactor, sotto i 300MWp), con un centinaio di milioni assegnati alla ricerca, e di potenziare ulteriormente le rinnovabili, che figurano al centro della transizione energetica e del Green deal.
Nelle condizioni climatiche e geografiche belghe, pur con soli 65 km di coste, l’eolico offshore è in espansione. Dispone ora di 2,2 GW di potenza e dovrebbe salire a 5,8 GWp con una seconda zona di sfruttamento da 2GWp, denominata “Princesse Elisabeth”, e con il rafforzamento tecnologico degli impianti esistenti.
A marzo 2022, ci sarà ancora una riunione delle forze politiche belghe per verificare la situazione dei permessi per la centrale a gas di Vilvorde. In caso negativo si prevede già un’ulteriore proroga per due delle centrali in servizio.
in Start Magazine 27 dicembre 2021