Esiste uno scarto profondo tra la realtà e la politica che si osserva in Piemonte e a Torino. Si pensa ancora alla Regione e ai Comuni ancora come semplici distributori di spesa, si ammucchiano proposte di legge regionale e mozioni per le favorire le aree montane, lo stipendio minimo, gli abbonamenti degli studenti. Si profila ancora la costituzione di commissioni regionali sull’endometriosi o sul monitoraggio dei servizi pubblici, come se già non esistesse l’Agenzia per i servizi pubblici locali, come rileva Carlo Manacorda sullo Spiffero. Insomma, si continua come negli anni Novanta, o come se al governo regionale ci fosse ancora la Bresso.
Le forze politiche di maggioranza e opposizione procedono come se nulla fosse, come se un taccone o un intervento di Renzi potesse salvare la continuità con il passato. Eppure il Consiglio regionale già a settembre dovrà ingollare il boccone, votandolo, della certificazione del disavanzo 2013 a 5,2 miliardi di euro come già accertato dalla Corte dei Conti.
Lo Spiffero, 28 settembre 2015